Mimmo Rotella. Al di là della realtà. Dagli anni ’50 agli anni 2000
27
APR
  • QUANDO:
    27 aprile
    dalle ore 15.30 alle ore 18.30
  • DOVE:
    Galleria Brescia
    Corso Matteotti 44 - Brescia
  • BIGLIETTI:
    Ingresso libero e gratuito

Mostra retrospettiva al maestro Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 – Milano 2006) tra i protagonisti più segnanti del panorama artistico italiano del secondo Novecento, grande sperimentatore e affermato in ambito internazionale per il suo ruolo pionieristico e centrale in movimenti d’avanguardia quali il Nouveau Réalisme e la Pop Art. L’esposizione propone un’ampia selezione di una cinquantina di opere di medie e grandi dimensioni, tra le più iconiche della sua vasta produzione.

Un percorso, quello allestito negli ampi spazi espositivi nel cuore storico della città, che accompagna in un arco temporale di sei decenni attraverso i momenti salienti della produzione dell’artista, al fine di celebrarne la grandezza e sottolineare la tenuta e il valore della sua originale ricerca.

A lui si deve in Italia l’elaborazione della tecnica del décollage, ovvero il procedimento creativo che consiste nello strappare frammenti di cartelloni pubblicitari o manifesti murali e trasferirli su supporti rigidi e bidimensionali
dando vita a opere autonome. Una metodologia di recupero dei materiali, condivisa trasversalmente dalla comunità di artisti internazionale che si opponeva negli anni del boom economico al dilagare di un consumismo imperante.

A documentarne la complessità e la varietà di ispirazione e tecnica di Rotella, sono stati affiancati lavori che appartengono alle diverse fasi del suo percorso, quasi interamente indirizzato alla rielaborazione dei manifesti pubblicitari: accanto ai celeberrimi Décollages, Retros d’affiche, Artypos, Effaçages/frottages, Blanks e Nuove Icone.

Punto di partenza è un piccolo carboncino datato 1949, a rappresentare gli esordi del maestro, nel periodo precedente il 1953, anno cruciale che lo vede per la prima volta sperimentare il suo inconfondibile linguaggio, che guardava con piglio rivoluzionario alle tecniche del collage cubista e del ready-made dadaista.
Una significativa selezione di Décollages, ripercorre praticamente l’intero arco temporale di produzione, dagli anni Sessanta ai Duemila evidenziando l’evoluzione del linguaggio e dell’aspetto grafico del suo lavoro, dalle prime prove di carattere quasi astratto al progressivo emergere della figura. Manifesti prelevati dai muri della città vengono assemblati in studio e lacerati una seconda
volta a mano o con un raschietto, riportati successivamente su supporti diversi quali; cartoncini, tavole di legno o metallo, tele di lino o juta. Il circo, il cinema e le sue icone come Marilyn Monroe o Sophia Loren, celebrità varie, politici, artisti, musicisti sono i protagonisti del mondo ripensato da Rotella.
A seguire, un gruppo di Retros d’affiche degli anni Cinquanta, realizzati parallelamente ai Décollages con manifesti prelevati dalla strada, in cui la stessa tecnica di manipolazione è utilizzata al verso delle carte, sulle quali non di rado rimangono tracce di ruggine, colla, frammenti di intonaco.

Una selezione di Artypos degli anni Sessanta e Settanta documentano un’altra procedura di lavoro con cui Rotella recupera in tipografia i fogli usati per gli avviamenti di stampa e poi destinati al macero, e li rielabora sovrapponendovi altre immagini.
Ci sono lavori degli anni Settanta che testimoniano l’originale applicazioni delle tecniche dell’effaçage, che consiste nel ritagliare fogli di carta da riviste e giornali e nel sovrapporci la trielina in modo che l’immagine si decolori in parte o del tutto, e del frottage con cui Rotella trasferisce su un foglio bianco immagini tratte da riviste grazie all’utilizzo di un solvente.
Il passaggio successivo, negli anni Ottanta, vede la sperimentazione durata pochi anni deille Coperture, o Blanks, come erano state battezzate dal critico Pierre Restany, in cui il procedimento di manipolazione dei manifesti evolve ulteriormente in un processo di negazione dell’immagine attraverso la sovrapposizione di fogli monocromi. Il percorso si chiude cronologicamente con alcune Nuove icone degli anni Duemila, che nascono dall’aggiunta di ritagli
monocromi su immagini pubblicitarie che rappresentano icone del cinema o della cultura popolare, utilizzati qui come veri e propri frammenti da ricomporre in un nuovo contesto, a raccontare, nella lingua inconfondibile di Rotella, nuove versioni di un immaginario collettivo.

La rassegna è accompagnata da un catalogo a colori, pubblicato per l’occasione, con un pregnante contributo del Professor Raffaele Morelli.

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