“Potessero le mie mani sfogliare la luna!” Sculture di Giuseppina Fontana
02
MAG
  • QUANDO:
    Dal 2 al 5 maggio
    Dalle ore 16.00 alle ore 19.30
  • DOVE:
    Galleria di SpazioAref
    Piazza della Loggia , 11/f - Brescia
  • BIGLIETTI:
    Ingresso libero e gratuito

Dalle ore 16.00 alle ore 19.30

Milena Moneta, nel suo testo critico alla mostra, afferma che nella sua esperienza artistica “Fontana ha virato decisamente verso la figura: il corpo umano le risulta il miglior conduttore di emozioni, senza dispersioni di sorta. […] Lei stessa ha definito la materia un ‘diario su cui annotare il mio stato d’animo’-, indagando nell’intimo femminino. Prevalgono infatti nella sua produzione figure di donne, portatrici di delicatezza e dolcezza, doti che insegue come aspirazioni e proposta, puntando all’essenziale, ad una intimità lontana da riflettori e ribalte, a individuare ciò che è autentico. […] E ancora contro ogni omologazione ci ripete che il vero capolavoro sono le persone nella loro irripetibile unicità. Per questo le superficie non sono mai lisce, levigate, abbellite: la creta mostra le sue rugosità e il modellato ha un che di non finito, le pose sfidano anche equilibri precari a dirci che siamo cangianti, fragili, destinati a decomporci e svanire, e se siamo noi, siamo anche gli altri. […]

Figure assorte sulla soglia del mistero, ripiegate in se stesse alla ricerca di un senso che forse si nasconde proprio dentro di noi, sospese in un a-tempo e in un non-luogo - l’arte conduce sempre ad un ‘altrove’ - in una sospensione che cristallizza l’istante e suscita a volte uno struggimento, una nostalgia di qualcosa che si è perduto. E la terra, mai liscia, in cui la lavorazione resta visibile, quasi a dire la fatica del vivere e del divenire, a volte colorata con l’ingobbio, nella contrapposizione e nell’equilibrio dei volumi, tra pieni e vuoti, chiari e scuri, persino in quel tratto apparentemente non finito dice molto di più del realismo da cui sgorga.

In quell’essere assopito, ma vibrante, prorompe la forza del femminile: donne apparentemente remissive, ma non scalfite dalle ingiurie che -gli uomini, il tempo, il potere, la sorte…- possono riversar contro, assenti da un presente non sempre entusiasmante e proiettate verso uno spazio-tempo più felice e più giusto (ideale o ricordo), certo meno consumistico, si perdono, come le più rare figure maschili che fanno capolino, nell’incanto poetico, adagiate sul silenzio che si ribella al frastuono privo di significanza, invitando gli sguardi ad attingere all’immaginazione di cui sono capaci”.

Giuseppina Fontana, classe 1972, vive e lavora a Collebeato (Bs). Dopo il diploma presso il Liceo “V. Foppa” con il maestro Tullio Cattaneo, si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. La passione per l’arte e in particolare per la scultura, la portano a elaborare un linguaggio autenticamente personale e originale attraverso un’armoniosa complementarietà di ricerca interiore e prassi tecnica costante.

Scopri di più www.fontanagiuseppina.it

 

 

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