Mostra dedicata a Vito Capone, quello straordinario pittore a secco in carta, come lo definì il grande critico Enrico Crispolti.
Nel solco della tradizione iniziata da Paolo Berardelli, la Fondazione propone una selezione di opere donate dall’artista che spaziano dalla ricerca segnica degli anni Settanta, sino ai Libri-Libri esposti al MoMA di New York nel 1992 e che lo hanno consacrato tra i massimi artisti dediti al Libro d’artista.
Inaugurazione della mostra: sabato 14 dicembre alle ore 18.30
Esposti alcuni lavori inediti degli anni Settanta che dimostrano la potenza del segno e del gesto che si esprimono all'unisono nell'agire di Capone e che deflagrano sul foglio, ancora, ma per poco, inerme. Le opere segniche di quegli anni chiamate Guazzi, realizzate coi colori terrosi e ferrosi donati dalla sanguigna, dalla seppia e dal carboncino, hanno il coraggio del non-finito, lasciano infatti che i corpi siano solo intuibili e le intelaiature prospettiche siano ridotte asospetti. Le nebulose biancastre provocate dalle cancellature sfidano la forma e offuscato il segno già quasi inciso sul foglio.
Da lì a poco l'artista sentirà la necessità di liberarsi dagli orpelli decorativi, dal colore, dalle forme preimpostate e di scarnificare tutto all'essenza: sprigionerà il segno nell'aria e lo lascerà librarsi sulla carta che diverrà "materia": la vera protagonista dell'opera.
Sono gli anni Ottanta quando inizia a cesellare la carta industriale con un taglierino di quelli di dotazione scolastica quando giunge ad un esito altissimo: è il suo fare tabula rasa del figurativo, è la dedizione al bianco intesa come assenza di colore ed è l'avvicinarsi al vuoto. È una scelta concettuale precisa e diametralmente opposta rispetto a quella in uso in quegli anni: eppure l'artista ha un'umiltà e un rispetto per la materia tali, che non lo offende se lo si avvicina ad un artigiano dedito con l'esperienza e il tempo, a trovare i rimedi naturali per colorare la carta e a conservarla al meglio.
Fare la carta diviene un rito che porta avanti per quarant'anni con quel rispetto per la tradizione, la materia naturale e la parsimonia tipico di chi sui banchi di scuola ha imparato a cancellare e riutilizzare il foglio innumerevoli volte.
L'approdo è il Libro-libro, una serie di sculture imbevute della luce del sud e della carta intagliata che ricorda i ricami che si scorgono dietro i vetri delle case o sulle facciate delle chiese della sua Puglia. In una versione etimologica si legge che la parola "Libro" potrebbe derivare dal latino 'lègere', ovvero "raccogliere segni": ecco quindi che queste sculture sono un omaggio all'idea di libro non solo perché ne hanno la forma ma perché ne incarnano la sostanza.
La mostra offre oltre 100 opere di impareggiabile bellezza. A cura di Maddalena Carnaghi.
Orari di apertura della mostra: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 17:30.
Previo appuntamento. Massima disponibilità ad aprire anche in altri momenti.