Mostra dedicata alle poetiche opere ambientali di Albano Morandi, artista e regista di Meccaniche della Meraviglia, progetto che da oltre vent'anni coniuga l'arte contemporanea al territorio della provincia di Brescia.
Il progetto, composto da tre installazioni site-specific, si presenta come un percorso diffuso: non una somma di esposizioni ma una narrazione visiva unitaria, che intreccia arte contemporanea, memoria storica, spiritualità popolare e paesaggio.
Inaugurazione: sabato 12 luglio alle ore 18.30 Mirad’Or (Lungolago Tempini 4, Pisogne)
Orari di visita:
Mirad’Or
Dal 12 luglio al 3 agosto
Sabato e domenica:
Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.30 alle ore 22.00
Dal 4 agosto al 14 settembre:
Venerdì dalle ore 18.30 alle ore 22.00
Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.30 alle ore 22.00
Chiesa di Santa Maria della Neve
Via della Pace, 2
Da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Torre del Vescovo
Piazza Mercato, 1
Da martedì a domenica dalle ore ore 10.00 alle ore 22.00
Per informazioni: www.comune.pisogne.bs.it | Social Mirad’Or Pisogne
Le installazioni:
Museo Mirad’Or – Colori come suoni
Gli spazi sospesi tra lago e cielo del Museo Mirad’Or ospitano una grande installazione: composizioni astratte realizzate con nastro adesivo colorato e cera, applicate su superfici di materiali plastici, vetrosi o ferrosi. Fasce geometriche disegnano partiture visive silenziose, dando vita a un dialogo di ritmo, armonia e materia. L’opera invita a uno sguardo contemplativo e stimola un’esperienza sensoriale più profonda, dove ogni colore diventa eco di emozioni e memorie. L’installazione al Mirad’Or prosegue un percorso di ricerca che l’artista porta avanti da oltre quindici anni: dipinti realizzati con carte adesive, in cui il gesto pittorico si ribalta verso l’esterno, proiettandosi nello spazio e nel paesaggio.
Chiesa di Santa Maria della Neve – Il figlio del falegname
Nella Chiesa di Santa Maria della Neve, Albano Morandi installa un’opera in dialogo con il potente ciclo cinquecentesco del Romanino. Oggetti di recupero del Novecento – sculture in gesso e cera, pittura, frammenti, aureole, fondi oro – compongono un racconto sospeso tra sacro e quotidiano. L’installazione si presenta come un controcanto contemporaneo alla Passione dipinta: un viaggio nella memoria, poetico e terapeutico, che unisce ironia, spiritualità popolare e riflessione metafisica. Un grande tavolo da falegname occupa la zona dell’altare, evocando la figura dell’artigiano che compare negli affreschi del Romanino, intento a costruire la croce o gli strumenti della Passione. Nella navata, piccoli oggetti d’arte si accompagnano a specchi appoggiati, che riflettono le scene affrescate e ne recuperano lo sguardo, attivando un dialogo visivo e simbolico con l’opera pittorica. Lo specchio, più di ogni altro oggetto, invita a rivedere, a cercare un altro punto di vista, a entrare in relazione con ciò che è stato.
Torre del Vescovo – Forme del vuoto (Micro istallazioni)
Una serie di micro installazioni intime ed essenziali, nate da oggetti quotidiani, materiali trovati. Piccoli gesti minimi – cuciture, segni – si trasformano in tracce visive, frammenti sospesi che suggeriscono storie possibili. All’interno della torre, nelle rientranze dei piani, spiragli di luce illuminano queste nicchie in cui prendono forma “i vuoti”: gessi realizzati colando il materiale in contenitori e scatole di recupero, che ne conservano l’impronta. Sono forme del vuoto, calchi poetici di assenze quotidiane. Lo spazio verticale della torre amplifica la sensazione di un cammino interiore: una salita simbolica tra passato e presente, tra silenzio e visione.