Meccaniche della Meraviglia, l’iniziativa di arte contemporanea con la regia di Albano Morandi, giunta alla sua diciannovesima edizione, diffusa nel territorio a Brescia e nella sua provincia, realizzata in collaborazione con il Comune di Brescia e la Provincia di Brescia, cofinanziata e patrocinata dalla Camera di Commercio di Brescia, si appresta a inaugurare tre nuove mostre, ospitate in altrettante importanti sedi della città: Marion Baruch nel Sottotetto di Palazzo della Loggia, Luca Formentini al Burkervik e Luca Caccioni al MO.CA.
Mostra personale di Marion Baruch a cura di Ilaria Bignotti, Beatrice Cuccirelli e Camilla Remondina, intende proporre per la prima volta a Brescia la ricerca di un’artista cosmopolita, nota a livello internazionale e conosciuta nei più grandi musei del mondo.
Il percorso espositivo si apre nel piano ammezzato con Ron Ron, un’opera storica datata 1972, composta da un gomitolo di tessuto ed ecopelliccia, una presenza quieta che stimola nel visitatore la sensazione di trovarsi in un ambiente domestico e prosegue con un grande Alveare, una griglia soffice e chiara del 2017, un ulteriore rimando iconico alla casa e alla città, al luogo operoso dove ciascuno compie il proprio dovere per il bene della comunità.
Nell’ampio sottotetto, fluttua Quel che rimane del cielo, un grande lavoro del 2024 in tessuto azzurro, colore che suggerisce la vicinanza alla volta celeste, ma che rende contemporaneamente omaggio alla Città di Brescia. L’opera si unisce a un ideale “laboratorio ricostruito” dell’artista, un vero e proprio “retroscena” formato da molti tessuti e dagli strumenti attraverso i quali le stoffe vengono trasformate in creazioni artistiche.
Nata nel 1929 a Timisoara in Romania, da genitori ungheresi, Marion Baruch ha saputo attraversare avanguardie e linguaggi, inventando pratiche artistiche oggi al centro del dibattito contemporaneo, al punto da ascriverla tra le madrine della performance art, tra le protagoniste dalla fiber art e tra le fondatrici dell’arte partecipata. La sua storia biografica si intreccia con la sua ricerca creativa. Fuggita dalla Romania, si rifugia prima a Gerusalemme, dove frequenta la Bezalel Academy of Arts and Design, per poi proseguire gli studi a Roma e infine trasferirsi a Parigi. In tutto questo andirivieni di culture, mutamenti, nomadismo sperimentale, Marion Baruch definisce con chiarezza la cifra linguistica più esatta del suo lavoro: il tessuto scartato dal processo produttivo, il tessuto di risulta, ovvero ciò che resta di un abito.
Inaugurazione: venerdì 26 settembre dalle ore 17.00 alle 20.00
La mostra sarà visitabile solo su prenotazione nei seguenti giorni: sabato 4 ottobre, 10-13 e 15-18; venerdì 10 ottobre, 15-18; sabato 11 ottobre, 10-13 e 15-18; sabato 18 ottobre, 10-13 e 15-18; sabato 25 ottobre, 10-13 e 15-18.
Per prenotazioni: info@guidaartistica.com
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