Ore 21.00
Spesso, ascoltando le storie drammatiche di donne dei paesi musulmani, capita di sentire l'eco di altre storie. Storie di donne calabresi dell'inizio del secolo scorso, o della fine del secolo scorso, o di oggi. Quando il lutto per le vedove durava tutta la vita e le donne vestivano quasi tutte di nero, compreso una specie di chador, anche in piena estate. Donne vittime della legge degli uomini, schiave di un padre-padrone.
Allora il delitto d'onore era talmente diffuso che una legge apposita quasi lo depenalizzava. Partendo dalla "piccola" ma emblematica storia di una donna calabrese, lo spettacolo offre lo spunto per una riflessione sulla condizione della donna in generale. Parlando del proprio villaggio, parla della condizione della donna nel villaggio globale. Nello spettacolo risuonano molteplici voci di donne: donne del sud, madri, nonne, zie, amiche, vicine... E tra queste una in particolare, la "piccola", tragica e commovente storia di una donna del nostro meridione.
Dal suo racconto emerge una Calabria che anche quando fa i conti con la tragedia vi combina elementi grotteschi e surreali, talvolta perfino comici, sempre sul filo di un'amara ironia. Una narrazione che esplora il passato e il presente delle donne, tra dolore e speranza
Drammaturgia, regia e interpretazione Saverio La Ruina produzione scena verticale.