Ore 20.30
Stefano Zanola presenta il suo libro, un Thriller psicologico ambientato a Brescia.
Nel cuore di una Brescia cupa e invernale, scandita dal ticchettio incessante degli orologi e dal ritmo ossessivo dei meccanismi del tempo, si consuma una catena di delitti tanto perfetti quanto inquietanti.
Cinque omicidi.
Cinque vittime apparentemente scollegate tra loro.
Cinque scene del crimine dove ogni dettaglio, ogni orario, ogni movimento sembra studiato da una mente che ragiona in minuti, non in emozioni.
L’ispettore Giuseppe Bardi, uomo pragmatico, disilluso e segnato da un passato di errori, viene incaricato di coordinare le indagini insieme alla sua vice, la brillante e istintiva Luisa Byn. Con loro lavorano due figure chiave del dipartimento tecnico-scientifico: Frossi, esperto di informatica forense dal sarcasmo disincantato, e Cuori, analista di laboratorio meticolosa e silenziosa.
A tirare le fila nell’ombra, come un oracolo di un tempo passato, è Alfredo Pellecchia, detto il Mastino, vecchio mentore di Bardi, un investigatore in pensione che non ha mai smesso di fiutare il sangue della verità.
Man mano che le indagini si intrecciano, emergono coincidenze troppo perfette e inquietanti : gli omicidi avvengono sempre in orari non specifici, seguendo un ritmo che richiama il moto delle lancette di un orologio. Ogni morte coincide con un punto preciso di un quadrante invisibile, come se qualcuno stesse scandendo le ore di un rituale segreto.
Il sospettato prende forma solo gradualmente: Felice Guacci, un orologiaio di mezza età, metodico, solitario, dallo sguardo impenetrabile e dalle mani che sembrano muoversi solo quando il tempo glielo concede.
Guacci vive in un mondo dove ogni secondo ha un peso morale, dove la precisione è redenzione e il tempo è l’unica vera giustizia.
Ma dietro la sua calma glaciale si cela un dolore antico, un trauma sepolto da anni: la morte di sua moglie incinta, travolta da un’auto in una notte di pioggia. Cinque ragazzi ubriachi e sotto effetto di droghe, mai puniti davvero. Uno di loro era il figlio di un alto diplomatico.
Il caso venne archiviato, le prove insabbiate. E la vita di Guacci si fermò.
Solo nel finale, in un crescendo claustrofobico di rivelazioni e colpi di scena, la squadra di Bardi scopre la verità: ogni vittima del killer non è casuale, ma parte di quel gruppo di cinque giovani che anni prima distrusse la vita dell’orologiaio.
E il “tempo” che Guacci ha impiegato per vendicarsi non è altro che il tempo della sua elaborazione del dolore: anni scanditi da un ticchettio costante, un piano perfetto costruito con la precisione di un meccanismo svizzero.
La scoperta sconvolge Bardi e Pellecchia.
Quando finalmente trovano Guacci, non davanti a un orologio, ma davanti al pendolo spezzato della sua stessa vita, devono scegliere:
seguire la legge o ascoltare il battito umano del tempo che reclama giustizia.
Nel silenzio finale, il ticchettio si ferma.
E resta solo una domanda:
da che parte scorre davvero il tempo della giustizia?
Tono e temi
L’Orologiaio è un thriller d’atmosfera, dal ritmo serrato e oppressivo, dove il tempo non è solo uno sfondo ma un personaggio vivo e inesorabile.
Ogni capitolo alterna il punto di vista della squadra investigativa con quello dell’orologiaio, costruendo un crescendo di tensione e introspezione.
Il romanzo invita il lettore a riflettere su ciò che separa la giustizia legale da quella morale, e sul confine sottile che divide la vittima dal carnefice quando il tempo diventa il giudice supremo.